Roma, 22 giugno 1995


Tra due giorni vengo a prenderti in aeroporto. WAW! Di nuovo lì. 

A dirti la verità, mi fa un certo effetto, mi emoziona, mi fa venire i brividi e se non mi controllo bene, anche piangere!
E’ stata un’emozione venire all’aeroporto l’altra volta. Vedere tanta gente che arrivava, chissà da dove? Chissà che cosa hanno vissuto? Si saranno divertiti o annoiati? Avranno gioito o pianto? Che ricordo porteranno con sé quando, di ritorno a casa, rivisiteranno, nella loro mente e nel loro cuore, luoghi che non saranno mai gli stessi?


Saranno cambiati in meglio o peggio? O forse sono solo rigenerati. Per lavoro o divertimento? Chi avranno incontrato e chi dimenticato? Chi è tornato o chi è solo arrivato?
Beh! Avrei voluto essere uno di loro, con la faccia stanca, borse agli occhi, distrutta dal girovagare, dal bere quell’aria diversa impareggiabile e ineguagliabile. Ubriaca di cose nuove, di gente nuova, di ricordi, di sonno e di gioia. Vorrei essere tornata stravolta, stanca ma contenta. Tornare per addormentarmi con un sorriso sulle labbra e il giorno dopo ripartire per un’altra avventura, altri luoghi, altre persone.
Dove quella gente avrà lasciato il loro cuore, a casa o lì, lì da dove vengono?
Ogni giorno una diversa avventura, ogni giorno un tratto che può cambiare la vita. Stanca che importa! Ciò che conta è sentirsi più ricchi, più liberi, più pieni e avere il cuore colmo, traboccante  di felicità nel riabbracciare chi si è lasciati solo due mesi, un anno e poi … pronti per un’altra avventura.
E non stancansi mai di rifare le valigie e ripartire, perché partire è come iniziare daccapo la vita, come finirne una e iniziarne un’altra; uguale, diversa, più noiosa o meno noiosa. Noiosa? Che importa, se ne inizia un’altra! E perché no? Uguale. Avere, sì, il coraggio di cambiare e respirare la vita!

Roma, 22 giugno 1995

Non è cambiato molto da allora … forse quasi nulla.

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